L’argomento Sicurezza, nel Trail Running, è una questione che da sempre riceve particolare attenzione da parte di chi pratica questo sport.

Ho partecipato a diversi convegni, percorsi formativi, dibattiti tra trailer, avuto modo di confrontarmi con persone esperte di montagna ed escursionismo e credo che questa tematica meriti di essere approfondita e vissuta da ogni persona che pratica sport in mezzo alla natura.

Quando ero piccolo, mio padre mi portava spesso in campagna, lui passava il suo tempo a curare l’orto ed io giocavo con il cane ed andavo a giro per boschi. Ho imparato ad orientarmi nel bosco, grazie ad Ugo, un incrocio tra un cane lupo ed un maremmano. Con lui era tutto più facile, in quanto, quando non riuscivo ad orientarmi, era lui che mi riportava sempre verso la via di casa; era più affidabile di qualsiasi GPS e mio padre, sapendo che ero con lui, era più tranquillo nel lasciarmi vagabondare nel bosco.

Non che questo tipo di esperienza abbia fatto di me un esperto di orientamento, però oggi, ringrazio mio padre e quello splendido cane, perchè se conosco tanti sentieri delle mie colline e mi sento a mio agio nell’esplorare i boschi, è anche merito loro.

La riflessione verso la quale vorrei spingervi oggi, è legata al fatto che, molte persone, giustamente, vuoi perchè non hanno mai avuto esperienze in mezzo alla natura, vuoi perchè spesso non riescono a trovare chi le possa avvicinare a questa esperienza, si sentono poco sicure nell’avventurarsi nel bosco.

Ci sono trailer che praticano lo sport solo da un punto di vista agonistico, ovvero alle manifestazioni di trail running, in quanto con un percorso tracciato ed un organizzazione al seguito, si sentono più sicure. Come approccio iniziale, per certi versi, posso condividere il fatto, che può essere un’alternativa giusta per essere introdotti allo sport. In quanto anche grazie ai vari regolamenti delle gare e frequentando altri appassionati, facciamo esperienza ed arricchiamo la nostra cultura sulla sicurezza.

Trovo però un po’ strano, il fatto che questa cultura si debba apprendere ad una competizione. Questa cultura dovrebbe partire dagli allenamenti, le uscite tra amici. I regolamenti che leggiamo alle gare, non sono delle “menate” che servono solo in gara; servono ancor più quando sarete soli in mezzo al nulla e dove non potrete prendervela con nessuno, se vi siete scordati il cellulare o il telo termico.

Molto spesso, vedo persone in allenamento o in uscite tra amici, uscire di casa senza nulla, come se si fossero scordati di tutto. Le regole non cambiano amici miei! Sono le solite in gara ed in allenamento; quello che deve cambiare, è la nostra mentalità; ci responsabilizziamo nel luogo e nella forma sbagliata, quasi come se questa sicurezza fosse una forzatura. La cultura della sicurezza deve partire da noi stessi, capendone il significato per la nostra inconumità.

Facile criticare le organizzazioni delle gare, quando non controllano i materiali obbligatori e poi non controlliamo e responsabilizzano noi stessi nella quotidianità. La mia idea, è che ci sia un adagiamento culturale sulla sicurezza, nel senso che, dal momento che la responsabilità non colpisce in primis chi corre, molti non si sensibilizzano adeguatamente.

Mi auguro che questo articolo possa stimolare chi sta leggendo alla riflessione. Non è una gara a renderci più sicuri e responsabili.

Buone corse a tutti ed attenti al Meteo.

× Scrivici per maggiori info